Drive Opening Credits with Kavinsky (Nightcall) di dm_51927f75619cf
I wanna drive you through the night…
A real human being, a real hero
Senza nome. Driver perché sappiamo solo quello che fa: guidare.
Emo-repellente ma non per questo inespressivo. Anzi facciamo il gioco di vedere positiva una cosa apparentemente negativa. L’assenza di emozioni sul suo volto è in realtà molto più espressiva di quanto si ritenga. Come un terreno arido che poco a poco s’inumidisce fino a alla fertilità, fino a far germogliare la vita. Così Ryan Gosling in Drive. Palma d’oro a Cannes 2011 per la regia di Nicolas Winding Refn.
Azione in apertura. La prima missione ci introduce nel mondo di Driver: niente parole, solo fatti. E in 5 minuti. Inseguimento al cardiopalma e intro per distendere i nervi. Los Angeles sempre più Metropolis. Storia vecchia ma convincente: il caotico e frastornante karma della città procura l’habitat ideale per caratteri silenziosi e solitari. Ideale per chi vive di notte. E ama guidare.
Ecco il proverbiale buono che diventa cattivo. Non esiste peggior cattivo. Se poi il buono in questione ha l’abitudine di girare con uno stuzzicadenti in bocca…
Geniale montaggio alternato: il complesso di sguardi densi di rancore fra i due nemici non è il preludio allo scontro. È lo scontro. Le immagini successive sono solo un commento. Con un’occhiata estraggono la lama, con un sorriso affondano il fendente.
Eroe d’altri tempi. Romantico e forte, silenzioso e spietato. E di fronte allo spettacolo della sua brutalità, china il capo e confessa a quell’angelo di donna al suo fianco: “Potremmo prendere i soldi e andare via da qui, almeno per lui. E io mi prenderei cura di voi”. Non cerca la verità, non combatte il crimine per senso etico. Lo fa per amore.
Il soggetto proviene dall’indimenticabile Driver, videogame per Playstation anni 90: anche qui sei un senza nome al servizio della mala. Ma non uccidi. Devi solo guidare. Esattamente come Gosling nel film: veloce ma non troppo per non insospettire le volanti, freddo e determinato per compiere la missione.
Musiche. Ci vuole qualcosa che supporti la carica romantica del personaggio e della vicenda. Ma non siamo di fronte a un kolossal. Violini e organi via. E allora parte Nightcall di Kavinsky: I wanna drive you through the night… C’è tutto. Perfetto: il testo commenta il film, la voce lacerata la solitudine del protagonista. Film e musica, musica e film: non c’è gerarchia, solo strettissima e vitale interdipendenza. Non potrebbe essere altrimenti.
Ultima attenzione per il giubbino: ormai un cult è in vendita online per aspiranti nightdrivers. Pare che da quando ha smesso i panni del pilota, Gosling non abbia invece smesso il giacchino satinato e trapuntato con scorpione d’oro sul dorso, inaugurando una moda.