Per la donna maltrattata. Per la donna picchiata. Per la donna offesa. Contro la violenza. Sulla donna. Ecco lo spettacolo-installazione di Tiziana Sensi e Pina Debbi a Montecitorio. Testi tratti da reali telefonate al 1522.
Roma, Montecitorio, 25 settembre 2013. Il palco è la piazza perché comune e di tutti il territorio dove avvengono episodi di violenza sulle donne. A casa o al lavoro, per gelosia o per impotenza, sono numerosi i canali in cui scorre l’odio. Verso gli altri o se stessi. Uomini che odiano le donne, già. Uomini che picchiano perché picchiati, che umiliano perché umiliati. Uomini che non accettano, uomini che soffrono e che per curarsi le ferite fanno soffrire. Mogli, compagne, figlie, sorelle. E il risultato più triste non sono gli ematomi o le ferite. Ma la traccia di una propria responsabilità nella vittima, il vago sospetto di meritare tutto ciò. Non si annienta un ruolo ma un’esistenza. Quanto emerge dai testi di Pina Debbi, tratti dalle telefonate al 1522, il numero verde per l’assistenza a casi simili. A Montecitorio, la regia di Tiziana Sensi imprigiona in gabbie le esistenze martoriate e le espone come belve allo zoo. Claustrofobia. Circondata da serene (e mute) unità sceniche in cui si vedono donne a lavoro o allo specchio, donne in carriera o casalinghe, spiccioli episodi che avvolgono i drammi della violenza, come le mamme che cullano imbraccio bambini piagnucolanti, che presto torneranno felici. Numerose scuole hanno partecipato. Intervento del Presidente della Camera Laura Boldrini e la ministra dell’istruzione Maria Chiara Carrozza.
Qui di seguito troverete le foto scattate durante lo spettacolo