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Paura e delirio a Grovers Mill

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“Con infinito compiacimento, l’uomo percorreva il globo in lungo e in largo, fiducioso del proprio dominio su questo mondo. Eppure, attraverso la volta dello spazio, intelletti vasti e freddi e ostili guardavano al nostro pianeta con occhi invidiosi”

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Grovers Mill, West New Jersey. Un posto abbandonato dal Signore. Se non ci fosse l’università di Princeton a colmare  la distesa verde del countryside made in usa col suo campus.  Per intenderci, il paesaggio è quello tipico di una provincia americana: viali percorsi da ragazzini che lanciano latte e giornali agli usci, pensionati intenti a curare il prato antistante casa, scorribande di giovani ribelli in auto fiammanti, poco rassicuranti per i papà delle teenagers che si apprestano a portare al drive in. Stop, frena: non cadiamo nella terribile caratterizzazione da telespettatore. Vero è che un po’ di colore tradizionale non guasta, soprattutto per raccontarvi la storia dell’invasione marziana subita negli anni 30 dalla popolazione di Grovers Mill: nella notte di Halloween del 1938, la città fu sconvolta dalla radio che trasmetteva preoccupanti notizie circa strani rinvenimenti nella campagna circostante. Agghiacciante la cronaca dell’incontro tra la polizia e l’entità luminosa che fuoriusciva dall’enorme buca. Eh si perché come in La Guerra dei Mondi, questa fu causata da fulmini che improvvisamente iniziarono a scagliarsi sulla terra, come presagio di una imminente fine del mondo: niente da fare, i due ambasciatori vennero letteralmente incendiati come torce, non appena il bagliore proveniente dalla buca si diresse verso di loro. Il cronista trasmetteva tutto il dolore e la rassegnazione per una fine così misera e così rapida, avulsa da una qualsiasi logica, se non quella della sopraffazione dell’intero genere umano. Grida e urla di disperazione facevano rapidamente il giro della città, le strade si affollavano di auto in partenza caricate di generi di sussistenza e cibarie, come farebbe un popolo nomade alle prese col trasloco coatto. L’umanità sentiva che si sarebbe prostrata alla nuova entità proveniente da chissà dove. Lo sconforto ormai cedeva di fronte all’orrore di essere cancellati dalla storia, polverizzati. Non esattamente il genere di “ritorno alla polvere” tanto caro al predicatore della contea. Tutti avevano capito che stava iniziando la guerra dei mondi. Pochi sapevano cosa fosse esattamente: War of the Worlds fu un celebre sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti dalla CBS e interpretato da Orson Welles, tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Herbert George Wells. La descrizione della fittizia invasione aliena fu così appassionata e disperata da far imbracciare il forcone al redneck, da seminare panico nelle strade e nelle case. Attraverso un messaggio radiofonico, una fiction ben recitata, il mondo, o almeno Grovers Mill, si apprestava a lottare contro  i tripodi (poi resi famosi dai film) in quella che si annunciava come l’ultima battaglia del genere umano. Ecco una parte dello sceneggiato:

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