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Cos’è la Pelle al Vegetale: il processo di concia

Il processo di concia è un procedimento molto antico, ma che ancora oggi, dopo una serie di evoluzioni, è utilizzato per la produzione di oggetti e capi di abbigliamento. Scopriamo insieme come funziona.

La pelle conciata al vegetale consiste in un tipo di pellame grezzo sottoposto al cosiddetto processo di concia, ovvero un procedimento di trasformazione chimica, basato sull’utilizzo di sostanze naturali, che ha lo scopo di rendere la pelle animale utilizzabile per la realizzazione di oggetti. Si tratta di un processo le cui origini sono molto antiche, risalenti addirittura a due millenni fa. In seguito cercheremo di capire meglio dove e quando nasce la concia e come funziona nel dettaglio.

Concia al vegetale: la storia

Come dicevamo, il processo di concia vegetale affonda le sue origini a 2000 anni fa, epoca a cui risalgono le testimonianze di lavorazione naturale dei tannini. Tuttavia, è nel periodo che va dal Medioevo fino al XIX sec. che tale processo si perfeziona.

Anche in passato il processo di concia prevedeva l’utilizzo dell’acqua e dei tannini, ovvero una classe di reagenti che si possono trovare nei castagni, nelle querce, nelle betulle o in altri tipi di piante. Originariamente, però, la concia consisteva nel mettere le pelli in tensione con un telaio, per poi immergerle nell’acqua con i tannini per un periodo che variava da 1 mese a 3 mesi. Al termine di tale processo, la pelle veniva utilizzata per la creazione di borse, calzature e tanto altro. Con il passare del tempo si è assistito ad un’evoluzione del processo e nel XX secolo l’intero procedimento iniziò ad essere effettuato con le vasche e a durare meno (circa 30 giorni). Oggi, invece, il processo non supera la durata delle 48 ore e non a caso è chiamato concia rapida in botte.

Concia Rapida in botte: Concia al Vegetale

Andiamo a vedere dunque nello specifico in cosa consiste il metodo di concia più utilizzato ad oggi. Come è facilmente intuibile, tale procedimento si serve dell’utilizzo di bottali rotanti, i quali permettono di velocizzare notevolmente i tempi di concia rispetto al metodo in vasca. Inoltre, questa tecnica ha anche il vantaggio di rendere il pellame vegetale più morbido, in maniera tale da renderlo utilizzabile anche per la creazione di capi dell’abbigliamento.

Il primo step consiste nel sottoporre i pellami a processi che ne consentono l’assorbimento dei tannini. In particolare, si parla di rinverdimento, calcinazione, depilazione, scarnatura, decalcinazione e macerazione. Dopodiché, i pellami vengono immersi per due ore e mezza in un bagno con una soluzione di tannini fenolico e preconciante e, in un secondo momento, al bagno di coloritura, che dura invece due ore.

A questo punto, le pelli vengono immerse nel bottale, dove prima si è provveduto a mettere una data quantità di tannino. Nel momento in cui il bottale inizia a ruotare, i tannini penetrano con maggiore facilità. Dopo 48 ore i pellami vengono rimossi e lavorati per la realizzazione di oggetti o capi di abbigliamento.

Il processo di concia prevede l’utilizzo di animali?

Abbiamo visto quindi qual è la storia della concia al vegetale e in cosa consiste il metodo più utilizzato oggi. Spesso, però, quando si parla di concia sorge il dubbio relativo all’utilizzo di animali durante il processo. In realtà, come abbiamo visto la concia al vegetale non richiede l’uccisione di animali per utilizzare la pelle, in quanto quest’ultima si recupera dallo scarto dell’industria alimentare. Si tratta dunque di una pratica totalmente rispettosa degli animali e anche dell’ambiente. Infatti, gli scarti non riutilizzati necessitano di uno smaltimento speciale da effettuare con costi molto elevati.

Inoltre, l’ecocompatibilità di questo processo è dimostrata anche dal fatto che i fanghi di risulta della concia possono essere recuperati e utilizzati nel campo edile. Infine, gli oggetti creati con questo materiale hanno una resistenza molto lunga nel tempo e possono essere smaltiti con estrema semplicità.

I tannini sono da evitare per chi soffre di allergia?

I tannini sono lavorati senza l’impiego di sostanze tossiche o metalli pesanti, per cui non risultano essere un pericolo per i soggetti allergici. Non comportano quindi alcun rischio per la pelle sensibile. D’altronde, i tannini sono presenti anche in molte bevande, come ad esempio il vino rosso o il tè, e anche in alcuni frutti, come i mirtilli rossi e i melograni.

Viceversa, le pelli conciate al cromo possono rappresentare un problema per i soggetti predisposti, in quanto favoriscono l’insorgenza di orticarie o dermatiti allergiche.

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