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Il vero Gospel è black

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Col termine Gospel (che in inglese significa Vangelo, buona novella, “parola di Dio”) si identificano una serie di generi diversi che nascono tutti dalla stessa radice afroamericana. Gli africani  resi schiavi, strappati alle loro terre (regioni della costa occidentale dell’Africa) e portati negli Stati Uniti, furono costretti a vivere e lavorare in pessime condizioni. Privi di ogni diritto, riversavano nel canto e nella preghiera a Dio tutto il dolore per le umiliazioni subite e allo stesso tempo la speranza che un giorno tutto quel dolore cessasse. Questo genere musicale veniva eseguito da un solo cantore (nei campi di schiavitù era cantato da un solo schiavo) a cui si alternava la risposta di tutto il coro (all’epoca appunto, il resto degli schiavi che stavano lavorando). Tale modalità è rimasta tuttora inalterata.

NASCITA DEL GOSPEL

La nascita del gospel si verifica durante i secoli XVII e XVIII quando i neri dal continente africano furono portati in schiavitù a lavorare nelle piantagioni di cotone degli Stati Uniti meridionali. La prima forma di canto elaborato dalla comunità afroamericana trova, quindi, la sua collocazione nel mondo del lavoro. Le Work Songs (canti di lavoro) sono nate durante il duro lavoro manuale cui gli schiavi erano sottoposti. Sono canti che favoriscono il coordinamento motorio e procurano sollievo alleviando la fatica. In alcuni casi i canti venivano utilizzati come forma di protesta convenzionale nei confronti dei padroni opprimenti. Il profilo della musica africana deriva addirittura da culture dell’antico Egitto. Essa inizia con le risorse della sola voce umana. L’arrivo degli schiavi africani negli Stati Uniti determinò un afflusso di predicatori battisti e metodisti europei che miravano a convertire gli schiavi alla religione del Cristianesimo. Nacquero così i Negro Spirituals (canti esclusivamente religiosi) dall’incontro di elementi folkloristici africani con quelli negro-americani. I canti, talvolta accompagnati da danze spontanee, manifestavano fede e testimonianza religiosa. Gli schiavi, sottoposti a soprusi e fatica, avevano la sola speranza in un intervento divino che li sollevasse dalla loro orrenda situazione. Per questo organizzavano incontri in luoghi segreti per condividere le loro poche gioie, i dolori e le speranze. La voce, quindi, veniva usata come espressione di stati d’animo e sentimenti.

 

I LUOGHI DEL GOSPEL

La chiesa fu il principale luogo per l’esecuzione di concerti gospel ma con la progressiva fusione del sacro (spirituals) con il profano (musica commerciale di allora) per un certo periodo di tempo non fu ben visto dalla chiesa. Per questo gli esecutori si riunivano in posti all’aperto fin quando, lasciate indietro le limitazioni imposte dalla schiavitù, gli afroamericani cominciano a lasciare gli stati del sud e a stabilirsi gradualmente anche nelle città del nord. Di conseguenza la cultura Gospel con i suoi canti è diventata via via sempre più popolare nelle grandi città del nord. Nei primi anni del Novecento molti cantanti afroamericani facevano spettacoli sia in chiesa sia nei teatri che nelle sale da concerto e la musica Gospel  fece  il suo ingresso anche  nei film. Esiste anche un festival della musica Gospel che equivale agli MTV Music Awards. Si chiama Stellar Awards ed è stato istituito in tempi recenti.

 

IL GOSPEL MODERNO

Già negli anni venti del secolo scorso i protagonisti principali furono i predicatori che, spostandosi di chiesa in chiesa cominciarono a fondere vari stili di canto (temi religiosi di blues e jazz) usando percussioni e strumenti a fiato. Questa pratica aprì la possibilità a quartetti o piccoli gruppi maschili come il Golden Gate Quartet, che cantavano di solito senza accompagnamento mescolando attentamente armonie, canti melodiosi, sincopati giocosi e arrangiamenti sofisticati. Questi gruppi assorbirono suoni popolari da gruppi pop come i Mills Brothers e produssero canzoni che univano temi religiosi, humour e satira politico sociale. Questi interpreti mostravano nella musica del loro repertorio una sempre maggior influenza dalla musica Gospel. Successivamente negli anni quaranta e cinquanta anche cantanti donne come Mahalia Jackson (una delle più grandi interpreti di Gospel) si cimentarono come soliste in gruppi misti di uomini e donne di cori Gospel. Gli anni sessanta furono l’epoca dei grandi cori. In Italia il Gospel si diffonde velocemente fino ad essere oggetto di grande partecipazione  su tutto il territorio nazionale. La musica Gospel e i Negro Spirituals, sin dai tempi di Martin Luther King, rappresentano la colonna sonora di ogni evento della storia dei Neri Americani. Con il primo Martin Luther King Day divenuto nel 1992 ufficialmente festa nazionale americana la comunità afro-americana è stata riconosciuta come parte integrante della nazione. Combinando con successo le liriche religiose con i ritmi rock contemporanei e spesso facendosi accompagnare da strumenti come basso e batteria i cori Gospel hanno incontrato quel successo che tuttora gli viene meritatamente riconosciuto. Indipendentemente dall’esecuzione restano comunque invariati i contenuti fondamentali della musica Gospel: come già detto precedentemente una musica che racconta il dolore, le difficoltà e le frustrazioni della vita quotidiana, ma anche la fede e la speranza di liberazione e di riscatto. Cantanti come Carrie Underwood, Mary J. Blidge, Aretha Franklin, Witney Houston e Mariah Carey si sono sempre definite molto religiose. Nel loro repertorio per lo più laico, vi sono molti brani Gospel e la Carey non solo ha interpretato diversi canti ma ne ha anche scritti molti. Alcuni esperti musicali asseriscono che il Gospel ha dato un’impronta alla musica moderna molto di più che la musica jazz.

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