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Pamela Cazzaniga: la travel influencer in carrozzina

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Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo” è sicuramente un aforisma che descrive alla perfezione il lifestyle di Pamela Cazzaniga.

Con oltre 3mila like sulla sua pagina Facebook e 4mila sul suo profilo Instagram, Pamela è diventata una vera e propria travelblogger, collezionando anche tutta una serie di collaborazioni online su siti come “Agenda Viaggi” e il suo “Il mondo di Pamela“.

La sua storia affonda le radici, come accade spesso a chi si ritrova ad affrontare incidenti invalidanti, nel significato più stretto della resilienza, dell’auto-evoluzione e dell’affermazione di se stessi persino durante gravi difficoltà.

La sua storia

Pamela aveva solo 21 anni quando un incidente stradale le ha tolto l’utilizzo delle gambe.

Nonostante il carattere forte e l’accettazione quasi istantanea, la giovane età non ha favorito una veloce evoluzione delle cose, poiché è stato molto difficile, per lei, trovare un posto nel mondo in quella nuova nuova, improvvisa condizione; anzi, come tanti fortunati che riescono ad uscire, seppur invalidati, da un grave incidente come quello, l’unica domanda che le ha tartassato la mente per moltissimo tempo è stata: “Perché mi sono salvata?“.

Le cose sono andate avanti, così, per 10 anni, in una specie di vita-non-vita in cui la stessa Pamela dice di aver vissuto come una superstite, più che come una persona libera, per una serie di fattori sicuramente più psicologico-adattivi che fisici. Alla fine di questo lungo percorso, però, ne è cominciato un altro fatto di meditazione dentro se stessa, di analisi, di introspezione: un cammino interiore che l’ha portata a rialzarsi e ad affrontare le sfide della vita, oltre a tutti i demoni che la facevano sentire come “imprigionata”. Oggi Pamela considera quell’incidente come l’esperienza di viaggio più importante della sua vita; quasi uno step obbligatorio per poter evolvere ed arrivare al punto in cui è ora. Un approccio positivo e ben strutturato che ha dato uno scopo, un motivo al dolore attraversato, un po’ come è accaduto anche per il grande Alex Zanardi.

I viaggi

È stato così che Pamela ha cominciato a viaggiare, già 9 mesi dopo l’incidente, un po’ per scappare dalla sua condizione quotidiana, un po’ per evitare di adattarsi a qualcosa che non aveva ancora completamente metabolizzato.

Nel tempo, poi, anche tutto questo è evoluto e i percorsi turistici che intraprende, oggi, in carrozzina sono diventati, come per tutti, semplicemente un mezzo per scoprire nuove bellezze, conoscere nuove persone ed immergersi in altre culture… con il vantaggio che si è data di raccontarci tutto!

Con 56 Paesi del mondo già visitati e una lunga lista di altri luoghi da setacciare, Pamela è oramai una vera e propria viaggiatrice seriale, una donna che non si è fermata davanti a nulla, nemmeno alla paraplegia, e che, anzi, forse proprio grazie ad essa ha scoperto una vocazione importante, sopita nel profondo.

Il blog

Per arrivare alla condivisione attraverso il blog ci sono voluti anni. Si tratta, infatti, di un’esperienza recente (2014), avvenuta grazie ai consigli dei suoi amici che le hanno dato un input importante: condividere le sue esperienze di viaggio in carrozzina con altre persone e altri disabili, fornendo tante informazioni sull’accessibilità e l’inclusione verificate di luogo in luogo; il tutto attraverso fotografie, recensioni, descrizioni di alberghi e strutture ricettive e tantissimo altro. Da lì, infine, sono anche arrivate le collaborazioni con i vari portali web e l’idea di un libro – un progetto di beneficenza – nel quale si è messa completamente a nudo, forze e debolezze, per raccontare come una tragedia possa essersi rivelata, poi, un nuovo punto di partenza, per una seconda chance di vita. Si chiama, infatti, “La mia seconda vita“.

Con la sua sedia a rotelle, Pamela – insieme a nugoli di amici sempre diversi – ha raggiunto luoghi impensabili, come la Patagonia oppure il Vietnam, dove si è divertita con una incredibile traversata di un ponte tibetano in spalla ad una guida o, ancora, l’India, New York e persino un lancio da 4mila metri con un paracadute.

Una serie di avventure che sono diventate anche più facili da mettere in pratica con la tecnologia sempre più curata e a prova di dettagli che viene implementata in scooter e carrozzine elettriche per anziani e disabili.

Il messaggio

L’intento di Pamela è molto chiaro: stimolare, scuotere, spingere a pensare.

A volte pensiamo di avere dei limiti, ma siamo soltanto noi a porceli. – dice – Sono convinta di dover dare un esempio. Quando ho avuto l’incidente sono stata la prima ad abbattermi, a non credere che potesse esserci una rivincita. Credevo che la mia vita fosse finita. È per questo che devo essere proprio io a trasmettere questo messaggio di speranza. Non è facile dire “non abbatterti” a chi vive una condizione come la mia. Tuttavia se a dirlo è una persona nelle tue stesse condizioni allora puoi capire come tutto cambi. (…) Non sono le gambe a portarti in giro, ma la tua volontà“.

La ricetta di Pamela, insomma, è semplice: niente rimpianti, tantissima voglia di avventura e di condivisione e “testa dura”.

 

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