Progettare o riprogettare uno spazio abitativo richiede delle specifiche competenze in primo luogo architettoniche; solo dalla seconda metà del secolo scorso si sono introdotti nel nostro lessico termini legati all’architettura d’interni e non solo a quella che andava a creare o modificare le strutture portanti degli edifici.
Si è affermato così l’interior design, inteso come arte della decorazione ma non solo, tenendo ben presente che il design non deve curarsi solo dell’abbellimento di un’abitazione privata, ma deve coniugarne gli aspetti formali con quelli più strettamente funzionali, legati alla vivibilità quotidiana, il tutto in un ambiente che sappia anche riflettere la personalità del committente.
Abbiamo potuto ammirare un esempio lampante di questo tipo di riprogettazione durante una nostra recente visita nella Città Eterna, da secoli patrimonio dell’architettura e che ha saputo rinnovare sé stessa accogliendo anche tutte le istanze legate a registri e scuole più moderni.
Abbiamo scelto come base un centralissimo bed and breakfast a Roma, e da lì ci siamo lanciati in esplorazioni per un intero fine settimana, non limitandoci ai musei di arte contemporanea ma dedicandoci anche a progetti su scala più ridotta.
Lo Studio Labark ha ricevuto una importante commissione: ripensare e riprogettare uno spazio signorile in Via Margutta, un ampio loft che in precedenza ospitava una galleria d’arte.
All’interno di un caratteristico cortile romano, il lavoro dello Studio è partito dall’ampia scalinata che si dipana da questo spazio, adibito ora a zona living; tale scala fa essa stessa arredamento, rendendo giustizia all’occhio ma assolvendo a funzionalità da libreria. Confinante con la scala abbiamo scoperto una parete che gli architetti hanno voluto riportare allo splendore originario e mettendo in evidenza i tipici mattoncini dell’edilizia romana. Tale tuffo nel passato costituisce un interessante contrasto con la parete all’altro capo della stanza, completamente liscia e dalle linee nettissime.
Al piano superiore si scopre poi un uso davvero particolare e suggestivo del legno, presente con un doghettato che costituisce la parete curva che isola e tiene riservata la camera da letto, quasi a trasformarla in nicchia, e che è riproposto su tutte le controsoffittature a nascondere gli impianti e le cablature elettriche.
Lo Studio è riuscito mirabilmente a valorizzare tutte le inespresse potenzialità di questo spazio, creando un ambiente dalla forte atmosfera in cui il cosiddetto “bello” è sì presente ed evidente, ma è sapientemente filtrato attraverso lo strumento della funzionalità: del resto, Form Follows Function è molto più di un semplice claim, è un vero e proprio principio fondante dell’architettura moderna e del design industriale.
