Sebbene negli ultimi tempi siano tornate di moda le cuffie vistose e dalla stazza importante, un po’ stile anni ’80, è innegabile che la tecnologia stia facendo passi da gigante nel campo degli auricolari: basta guardare una qualunque vetrina tech per rendersi conto di quanto questi micro-oggetti siano sempre più performanti e costosi, oltre che comodi perché diventati senza filo e, quindi, straordinariamente pratici nelle nostre routine sempre frenetiche ed ingarbugliate.
Guardando al brand di Cupertino che ha dato il “La” per questo tipo di evoluzione, di AirPods ne ha venduti 16 milioni già l’anno dell’uscita (2016), per poi più che raddoppiare nel 2018 (35 milioni di vendite) e più che triplicare nel 2019, con previsioni di 100 milioni di vendite per il 2020: numeri davvero impressionanti.
L’ultima versione degli AirPods: tra successo e polemiche
Il 2019 si è chiuso con il botto, anche perché è stato proprio nei suoi ultimi mesi (precisamente, dal 30 Ottobre) che è stata lanciata la versione Pro dei già ultra-desiderati AirPods, che hanno acquisito una forma leggermente diversa, diventando in-ear (e, quindi, maggiormente adattabili grazie a morbidi e flessibili cuscinetti in silicone “a prova di salto” e di sport) e resistenti all’acqua, e cancellato i rumori esterni in maniera attiva grazie al chip H1 e a due microfoni, di cui uno puntato verso l’esterno e l’altro verso l’interno dell’orecchio. Insomma, qualcosa in più di un semplice paio di cuffiette, anche perché il costo è di ben 279 euro.
Tra l’altro, i prezzi alti e la facilità con cui questi dispositivi possono essere persi (proprio perché piccolissimi e senza filo) avevano inizialmente generato una serie di polemiche, eppure il successo è stato indiscusso: insomma, ancora una volta l’ha spuntata la Apple – anche perché la concorrenza ha forgiato gadget molto simili, senza riuscire a superare la memorabilità di quelli originali (un esempio su tutti, le Galaxy Buds di Samsung, disponibili ad un prezzo inferiore – quasi la metà – e dotate di qualità audio superiore, ma prive dell’effetto cancellazione del rumore).
Ma andiamo ad esaminare al microscopio questo mini concentrato di tecnologia per scovarne i segreti.
AirPods Pro al microscopio
Gli AirPods Pro si definiscono “true wireless“, cioè dotati di una tecnologia che permette di accoppiare tra di loro i due dispositivi audio via Bluetooth, consentendo di trasmettere separatamente il canale L (left) e il canale R (right).
La critica è stata entusiasta ma non completamente unanime: la celebre Consumer Reports, ad esempio, ha detto che, per quanto “suonino” bene, come la maggior parte delle cuffie Bluetooth potrebbero non essere adatte agli audiofili più critici, pur segnalando il significativo miglioramento della qualità sonora e il mantenimento delle funzioni già apprezzate nel precedente modello.
Sicuramente il “pezzo forte” della versione Pro è la sopracitata Modalità Trasparenza, cioè la possibilità di “equalizzare” la rimozione dei suoni esterni senza correre rischi, consentendo, quindi, di ascoltare l’ambiente circostante (fondamentale, ad esempio, mentre si guida o si cammina per strada per interagire con il circondario); insomma, un’esperienza d’ascolto impeccabile ma, al contempo, sicura.
Per quanto riguarda l’autonomia, non è molto cambiata dalla versione precedente, restando intorno alle 4-5 ore.
La concorrenza
Ma quali cuffie e auricolari fanno concorrenza alle nuovissime AirPods Pro?
A parte le già citate Samsung Galaxy Buds, reperibili a circa 149 euro, ci sono le Amazon Echo Buds, purtroppo non ancora commercializzate in Europa, vendute a 130 dollari e con prestazioni medie unite, però, alla presenza della funzionalità della cancellazione attiva del rumore; ancora, ci sono le fantastiche Freebuds 3 di Huawei (179 euro) che, però, non sono in-ear e si lasciano distinguere per il colore nero.
E voi, quali gadget avete scelto di indossare per ascoltare la vostra musica preferita?