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Fuori la Cresta!

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Alta, fonata, sparata in aria, colorata, punk, trendy, Usa,Uk, Eu. Oggi acconciatura alla moda, ieri simbolo di protesta. Si ma perchè farsi la cresta? Cioè,  perchè proprio una cresta di capelli e non una treccia di peli delle ascelle? O che so, un marchio a fuoco. Ah no quelli pure si fanno. Allora, prima d’inabissarci nella gola della moda che tutto inghiotte (anche la non moda come nella campagna “De-relicte” di Mugatu in “Zoolander”) manco fosse la balena di pinocchio, rimaniamo in sella e aggrappiamoci alla cresta.

Una scena di LFC Punk: Stevo e Bob.

A proposito c’è un film che vuol fare un po’ il verso a Trainspotting: ed in effetti da Edimburgo a Salt Lake City, con o senza cresta, ci si fa. Il Film è “LFC punk”, in italiano “Fuori di cresta”. Protagonista un giovane punk, anzi la sua cresta fucsia. E proprio lui spiega che i Punk si pettinavano alla “maniera” (che credevi che scrivessi moda??) dei nativi americani comunemente conosciuti come indiani. Augh! Insomma la cresta era motivo di orgoglio, simbolo di una comune radice (sradicata), icona del patriottismo pellerossa. Infatti era l’acconciatura di Pawnee, Mohawk, Hirochesi (utilissimi, ironia della sorte, al colonizzatore bianco per l’erezione dei suoi totem di cemento armato; gli Hirochesi sono sprovvisti di un’ossicino nell’orecchio che garantirebbe loro una capacità di equilibrio maggiore: e quindi tutti sulle impalcature dei futuri grattacieli). Insomma la genesi della cresta, un po’ come i dreadlock africani, rinforza la piccola comunità che crede nei valori originari da cui discende: anche i rastafariani si fanno i dreads in ricordo del costume da guerra degli antichi seguaci di Jah, che si conciavano la testa in quel modo per somigliare alla criniera del leone e far così impaurire il nemico. Figo eh? Si molto.

Lo squalo partenopeo, Marek Hamsik.

Torniamo alla cresta. Oggi ce l’hanno tutti. Ma proprio tutti. Pure i bambini. E non per  un patriottico virgulto risorgimentale. Anche perchè a parte la barba di Garibaldi, la proposta ricadrebbe sulla pelata di Cavour. E questo non ci piace. Ce l’hanno calciatori, vips, perfino i tronisti di Maria de Filippi. Beckham fu il primo, poi a ruota gli altri: il contrabbandiere di sigarette, lo spacciatore, il parcheggiatore abusivo e tanti altri professionisti. Solo dopo il look ha conosciuto una ripresa con Marco Borriello (che ostenta addirittura un “moicano”), Marek Hamsik, Stefano El Sharaawi. A proposito del partenopeo corre un sospetto in redazione: lui non ve lo dirà, ma a ben vedere…una faccia bianca, sguardo concentrato e profondo, maglia azzurra come il mare, dentatura ribelle come i capelli e istinto predatore da incursore dell’area. Non si scappa: He’s the Shark!

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